Fare legna nel bosco

Tra gli alberi dei Colli Berici.

Vibra nell’aria lo strepito del motosega che taglia un carpine alla base, spargendo scaglie chiare. Il profumo del legno si mescola a quello dell’olio del motore.
Quando l’albero cede, poi schiocca, scroscia, sibila; cadendo sembra tentare di aggrapparsi agli altri alberi, fino al tonfo sordo e grave che fa battendo a terra.
Allora con la roncola – fochese nel dialetto del posto – si ripulisce il tronco dai rami più grossi e questi a loro volta dai più sottili. Poi si carica tutto sul rimorchio, in modo ben ordinato.
Un lavoro faticoso, pesante, ma che dona la bellezza di alcune energie sottili e ancestrali, legate alla nostra natura e a quella del mondo che ci sta attorno.
La pausa per rifocillarsi è una gioia: pane croccante e salame, vino rosso, acerbo, casalingo, seduti su un ceppo coi gomiti puntati alle ginocchia.  È il momento in cui un soffio di vento fa sentire il fresco sulla schiena bagnata di sudore. È il momento in cui ci si accorge di qualche graffio che brucia. Ci si passa un dito di saliva.
Un gesto magico, che sposta indietro il tempo alla propria infanzia.
La collina è piena di vita.

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